La Storia siamo noi – Come ti racconto la nascita di una scuola – Seconda Puntata

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Alla fine degli anni Novanta, dunque, Accademia Avvenire era ormai una realtà scolastica collaudata e che raggiungeva già al tempo un numero di iscritti notevole. Questo significava, però, ulteriore impegno e nuove responsabilità per non deludere nessuno di coloro che avevano scelto di fidarsi e formarsi proprio qui. Al tempo, i corsi che venivano prediletti ruotavano attorno a tre aree: i Licei, gli Istituti Tecnici e il Corso di Dirigente di Comunità. Quest’ultimo oggi non esiste più essendo stato sostituito del corso Socio-Sanitario. In realtà, l’avere deciso di eliminare questo percorso di studi ha in parte provocato una autentica perdita. Il sistema scolastico nazionale aveva certamente le sue buone ragioni, ma rimane il fatto che questo indirizzo aveva saputo ridare speranze ed entusiasmo ad un numero incredibile di studenti di ogni età che sono passate per l’Accademia di Milano. Le materie umanistiche e quelle di ambito scientifico si sapevano ben amalgamare tra di loro dando vita ad un percorso di materie curriculari capace di accontentare le esigenze e anche le inclinazioni caratteriali più disparate, senza dimenticare l’obiettivo fondamentale che era poi quello di Diplomarsi per necessità lavorative o professionali. Accademia Avvenire fu in grado di motivare, coinvolgere e convogliare studenti con percorsi scolastici disparati, anche grazie a questo indirizzo di studi, proprio per quella formidabile peculiarità di fornire una formazione completa. Coloro che non avevano terminato gli studi e magari, non più propriamente ragazzini, avevano desiderio, o necessità, di colmare tale mancanza, si affidarono a questa scuola in entrambe le fasce, quella Diurna come quella Serale. Gli studenti che si sono diplomati presso Accademia Avvenire come Dirigenti di Comunità sono stati alla fine tantissimi. Fra questi, alcuni non potranno mai essere dimenticati facendo a tutti gli effetti parte della storia della scuola. Ci fu, ad esempio, una coppia, composta da marito e moglie, la quale scopriva sui banchi di scuola una sorta di seconda adolescenza trovandosi alla prese con compiti, pagelle e valutazioni che, però, questa volta riguardavano loro piuttosto che i propri figli! Il timore, poi, di dovere dire a questi di avere preso un brutto voto rendeva la situazione piuttosto divertente. Oppure, possiamo ricordare il caso di un militare di carriera. Arrivato a scuola fortemente convinto della inevitabilità della guerra, dopo un biennio di recupero scolastico e un profondo studio della storia e delle sue annesse tragedie, con profonda commozione rinnegava le sue precedenti convinzioni, ammettendo come la stessa fosse stata troppo spesso incapace di risolvere realmente le controversie, causando invece sempre dolore, morte e distruzione. Oppure ancora, un giovane carabiniere che, malgrado l’età, era già padre di ben tre bimbi piccoli e in procinto di partire per l’Iraq in missione, una volta preso il Diploma. Il senso del dovere e la preoccupazioni di trovarsi costretto a dover trascurare per lungo tempo la propria famiglia, in virtù degli obblighi nei confronti dell’Arma, facevano tutt’uno con lo straordinario impegno e rigore che mise negli studi. Raggiunse nei tempi prefissati il tanto atteso Diploma anche se questo significava non potere rimandare la partenza. Un’altra testimonianza si lega a uno studente molto particolare. Uomo lavorativamente affermato ed economicamente agiato, nascondeva dentro di sé l’inconfessabile “vergogna” di non avere terminato gli studi. Nessuno doveva sapere di questa sua mancanza, e neppure che fosse tornato a scuola per terminare ciò che non aveva concluso poiché temeva che questo avrebbe offuscato l’immagine che tutti si erano fatta di lui. Nello studiare autori contemporanei si era poi rispecchiato nelle loro tematiche arrivando a comprendere di sé molte più cose di quanto immaginasse. Fu un percorso per lui importante, a tratti critico e che andò ben oltre l’ottenimento del Diploma, dopo il superamento dell’Esame di stato. Tanto di sé e che non sospettava era infatti emerso. Ciò comportò un momento di crisi interiore che forse aspettava solo l’occasione di potere emergere ed essere definitivamente affrontata, possibilità che senz’alto la scuola gli offrì.

  • Queste sono solo alcune fra le centinaia di storie che interessarono coloro che in quegli anni scelsero di iscriversi presso Accademia Avvenire. Tutte però confermarono di avere trovato qui un posto fatto su misura per loro. Unanimemente, in più occasioni si rimarcavano professionalità ed eccellenza del personale, ma anche la disponibilità e l’empatia mostrata da tutti e di come queste caratteristiche andassero perfettamente incontro alle loro difficoltà personali.
  • Eleanor Roosevelt suggeriva di fare le cose che pensi di non potere fare. È molto probabile che i tanti studenti che riuscirono a diplomarsi all’inizio fossero scettici e sicuri che non ne sarebbero stati in grado, ma scelsero comunque di provarci. A distanza di anni viene oggi naturale chiedersi che cosa ne è stato di loro e se siano riusciti a realizzare ciò che cercavano quando, con il Diploma, speravano di potere migliorare le proprie esistenze. Quello che però conta è di essere stati per loro un momento importante, un passaggio e anche il principio di una svolta personale e professionale che ha fornito loro fiducia e stima in sé stessi che, forse, allora non tutti avevano.
  • Alcuni scelsero di frequentare un anno alla volta, ritenendo un percorso regolare più consono alle proprie esigenze, altri invece preferirono provare un biennio di recupero scolastico per velocizzare i tempi e dimenticare al più presto gli anni di studio sprecati. Entrambe queste formule sono ancora disponibili presso Accademia Avvenire, corroborate da anni di successi ulteriori e da esperienze metodologiche che si sono dimostrate sempre vincenti e che costituiscono il miglior biglietto da visita della scuola.
  • L’entusiasmo che in Accademia non è mai venuto meno, lo si deve anche ai tanti studenti che nel commiatarsi dagli amati e al tempo stesso temuti banchi scuola, una volta diplomati, riportavano come l’Accademia, come viene familiarmente chiamata dagli studenti frequentanti, gli sarebbe mancata moltissimo. Per quanto impegnativo, si riconosceva nel percorso di studi recuperato qualche cosa di altrettanto stimolante e per ciò stesso indimenticabile. Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni. Parola di Eleanor Roosevelt, e noi, come Accademia Avvenire, non possiamo che crederle!