Accademia Avvenire. Una storia semplice

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Credere in una scuola che non lascia nessuno fuori ma che sia autenticamente inclusiva. E’ così che prende forma l’Accademia Avvenire.

“L’avvenire è la porta, il passato ne è la chiave.” (Victor Hugo)

La storia della Accademia Avvenire è quella di chi, creandola, pensava ad un’idea di scuola che potesse essere semplicemente questo: una scuola. Certo, cos’altro se no, si potrebbe contestare, ma ciò che ai molti potrebbe sembrare ovvio e scontato non lo è affatto. Per questa ragione, la concezione e il progetto Accademia Avvenire partono da quello che rappresenta l’aspetto riconoscibile di un ambiente didattico, ossia la scelta di un luogo che a tutti gli effetti doveva rispecchiare, secondo i suoi fondatori, ciò che questo proponimento voleva essere, e di fatto è diventato, ancora una volta, niente altro che questo: una scuola. Non tutte le realtà assimilabili ad Accademia Avvenire di Milano e Monza hanno, sin da subito, compreso che una attività scolastica necessita di una struttura adeguata, confortevole ma fortemente identificabile a ciò che incarna l’essenza di una sede scolastica. Chi visita per la prima volta questa struttura scolastica non può che rimanere colpito dalla numerosità delle aule e laboratori specifici ( di informatica e di arte, solo per citarne qualcuno), collocate su ben due piani, dalla presenza di uffici di segreteria, di un Dirigente Scolastico, di un Vice Preside, con rispettivi uffici, di un’aula docenti (o sala insegnanti); insomma, quella che è la normalità di una scuola che, però, non deve essere data per scontata, appunto. E’ perciò evidente che quella degli appartamenti non è mai stata un’opzione presa seriamente in considerazione da chi ha fortemente voluto la realizzazione di questa idea di scuola, appartamenti che, viceversa, sono la realtà più frequente con cui ci si imbatte quando ci si rivolge ad un istituto di istruzione privato.

Tanto tempo è passato da quel 1992 in cui prendeva forma questo sogno e, a distanza di anni, si può con orgoglio ribadire che la forza di Accademia Avvenire consiste proprio nel non avere mai dimenticato da dove partiva, a che cosa mirava e a che cosa invece non voleva assolutamente assomigliare. Una identità forte e marcata, quindi, quella di Accademia Avvenire che, per una scelta fortemente voluta, non appartiene a quella tipologia scolastica riferibile al fenomeno delle catene di scuole, con sedi distribuite sul territorio o, talvolta, addirittura anche fuori dal territorio di appartenenza. Probabilmente, è questa un’altra fra le ragioni del successo che Accademia Avvenire ha saputo ottenere; non è un caso se questa istituzione scolastica può porsi fra le attività leader nel campo dell’istruzione privata milanese e lombarda, distinguendosi per numerosità di iscritti, che negli anni non solo non sono mai calati ma, anzi, hanno confermato un trend positivo e in costante crescita, e per la qualità e la competenza profuse nelle materie oggetto di insegnamento. A tal proposito, va riconosciuta la volontà di Accademia Avvenire di affidarsi sempre e solamente a personale di marcata e spiccata preparazione e competenza perché, come riportato nel tempo dagli iscritti, in una scuola specifica come la nostra, i professori devono essere più bravi che altrove in quanto, per chi la sceglie, vi è in gioco moltissimo e cioè la determinazione di rimettersi in pari con gli  studi  a prescindere da quanto discontinui si presentino, e poter finalmente “girare la chiave” per spalancare la “porta” che si affaccia sul nostro “avvenire” . Chi si rivolge a questa struttura scolastica sa di poter contare su uno staff di veri e propri esperti di formazione e recupero scolastico, con manifeste capacità che si sono consolidate negli anni in cui questi docenti hanno offerto la propria professionalità all’istituto, credendo negli stessi obiettivi e valori di coloro che questa scuola hanno voluto e creato in una unità di intenti ampiamente sentiti e condivisi.

Ecco spiegato il perché Accademia Avvenire nasce con una vocazione ben precisa da cui non intende retrocedere: essere inclusiva nel significato più profondamente autentico del termine. Accademia Avvenire vuole essere quel tipo di scuola a cui ognuno, partendo dalla propria personale e peculiare situazione scolastica e umana, può pensare di guardare senza temere di sentirsi a disagio o nel posto sbagliato, ma soprattutto senza il timore di manifestare le proprie carenze, lacune o generiche difficoltà. Il personale scolastico è, infatti, avvezzo a trattare con studenti di età differenti, talvolta di provenienza delle più disparate, oppure, ancora, con della fragilità emotive o disturbi dell’apprendimento, con vissuti familiari devastanti e traumatizzanti ma anche, banalmente, con studenti brillanti ma semplicemente svogliati; tutto ciò non può che convergere verso una importante considerazione e cioè che la vera sfida per un educatore è proprio quella di “salvare” percorsi scolastici frammentati e poco lineari e dar loro nuovo vita in quanto l’apprendimento si arricchisce proprio di questi  tanti frammenti, di piccole e grandi tessere che, come in un mosaico, al termine della loro composizione in unità produrranno un risultato nuovo, come il frutto maturo fatto di tante precedenti ma tutte indispensabili fasi.

Questo, e anche molto altro, è Accademia Avvenire e questo ha rappresentato e continua a rappresentare l’obiettivo mai venuto meno di questa idea di scuola che l’istituto ha sempre voluto incarnare.

Niente perciò è lasciato al caso, bensì sempre responsabilmente soppesato e analizzato specialmente qualora qualcosa dimostri di non aver funzionato o di non avere saputo soddisfare le aspettative di chi si è affidato alla struttura. Gli errori sono un sentiero proficuo e ricco per chi vuole raccoglierne i frutti anziché farsene travolgere, uno stimolo a migliorarsi costantemente anziché accontentarsi di quanto già raggiunto. A tal proposito, è più che mai valido il celebre detto “sbagliando si impara”, perché sbagliare è inevitabile in qualunque ambito professionale purché lo sbaglio sia stato compiuto in maniera non intenzionale ma, per così dire, in buona fede e sia, perciò, oggetto di successiva pronta revisione e correzione per ripartire con la chiara consapevolezza di andare sempre più avanti e sempre meglio.

I successi degli studenti sono i successi di tutto il personale che, dal delicato iniziale momento dell’iscrizione fino alla palpitante attesa del risultato degli esami valutativi – di idoneità o maturità che siano – caratterizzano quella sinergia unica che si viene a creare tra scuola e utenza, tra personale scolastico e studenti. E anche questa complicità, va sottolineato, non è sicuramente scontata che si verifichi né tantomeno che sia tipica di un ambiente scolastico.

Infine, per i molti che ce l’hanno fatta qualcuno, purtroppo, invece non è arrivato all’obiettivo. Al di là dell’evidente rammarico per un insuccesso occorso ad uno sfortunato studente (perché cosi come si gioisce dei successi è giusto e altresì doveroso condividere soprattutto gli insuccessi degli iscritti), il fatto che il risultato sia qualcosa che non solo non si può prevedere ma non si dovrebbe neppure garantire, non può che rafforzare la credibilità dell’Istituto Avvenire che non pratica miracoli né tantomeno pretende di essere vincente ad ogni costo dietro fantasiose e poco realistiche promesse; rifacendosi al filosofo Karl Popper “solo una teoria falsificabile è credibile perché  teorie non falsificabili o infallibili non appartengono al campo della realtà” – e nel caso di una scuola privata, chi millanta promozioni certe si rifà ad una irrealtà che concretamente altro non è che la più prevedibile delle truffe.