Accademia Avvenire lancia la sfida per una scuola inclusiva

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La paura della diversità e come superare a scuola i pregiudizi di genere

Come scriveva Albert Camus, “essere diversi non è una cosa buona né cattiva. Significa semplicemente che sei abbastanza coraggioso da essere te stesso”. Queste illuminanti parole del grande filosofo francese risultano quanto mai attuali e sembrano poterci guidare fra i tanti e spesso controversi punti di vista sulla questione, segnale inequivocabile di come questo tema sia da sempre oggetto di dibattito e confronto. Ma che cosa significa essere “diversi”? Certamente la scuola, assieme alla famiglia, è il posto dove argomenti come questo vengono meglio affrontati dal momento che è qui che sin da bambini si impara a confrontarsi con gli altri e ad accettare l’altro o, tristemente, a discriminarlo con azioni di bullismo che possono avere come fattore scatenante motivi di natura caratteriale, fisica, religiosa, culturale, omofoba e molto altro.  Recentemente, a fianco a queste situazioni si sono aggiunte discriminazioni e aggressioni nei confronti di quelle persone che non si riconoscono nel genere biologico e che, invece, rivendicano di potere affermare l’identità da loro stessi percepita incontrando non pochi pregiudizi e ostacoli che non di rado si tramutano in offese e violenze nei loro riguardi. Come è noto, il tema è oggetto ormai da diverso tempo anche dell’agenda politica che sta cercando di far approvare il DDL Zan – dal nome del parlamentare che se ne è fatto promotore – incorrendo i non pochi ostacoli messi in atto da parte dei detrattori di questo provvedimento che ne contestano la sostanza. Sorvolando sulle dinamiche politiche, chiedersi come la scuola viva il momento è sicuramente necessario. Accademia Avvenire Milano, per esempio, non ha mai avuto alcuna esitazione nell’applicare un naturale e spontaneo atteggiamento di apertura e inclusione relativamente a persone provenienti da diverse culture e religioni o con una identità di genere non propriamente associabile a quella che “convenzionalmente”, ad oggi, viene ancora ufficialmente riconosciuta come la sola accettata – ossia, per intenderci, quella biologica -, contrastando e impedendo ogni forma di discriminazione, razzismo, omofobia e intolleranza.

E’ possibile perciò lasciare da parte le polemiche e provare a concentrarci sui fatti per valutare quale è stato, negli anni, il “feedback” che se ne è tratto e soprattutto se l’esperienza e l’esempio vissuti internamente alla scuola di recupero anni scolastici Accademia Avvenire possono essere presi ad esempio di modello di scuola realmente inclusiva come i tempi richiedono. Procedendo per punti emerge che:

  • Gli studenti imparano presto a integrarsi e a non “sentire” la presenza di coloro che, per ragioni svariate, possono essere avvertite come “diverse” ma finiscono per dar vita ad una realtà organica, inclusiva dove ciascuno fornisce con il proprio essere speciale un contributo enorme nella costruzione di un gruppo coeso e solidale.
  • Coloro che, per propria indole o per avere ricevuto una educazione in famiglia legata a valori più conservatori e meno aperti ai mutamenti sociali, trovatisi a condividere molto tempo con persone certamente non in linea con i loro parametri di “normalità”, ovvero per una certa connaturata chiusura nei confronti di persone di provenienza straniera, hanno finito non solo per sviluppare sentimenti di amicizia in principio inaspettata, ma non sono rari casi in cui dall’amicizia si è passati a veri e propri innamoramenti dimostrando come, specialmente nelle fasce adolescenziali, le resistenze e le barriere dovute all’educazione ricevuta scemano di fronte alla spontaneità e alla naturalezza dei sentimenti.
  • Quando la scelta del personale scolastico non viene lasciata al caso, ma valutata e soppesata valutando, oltre alla imprescindibile idoneità e formazione, anche gli aspetti umani e caratteriali del docente, si ottengono proprio sul piano dell’interazione interpersonale risultati sorprendenti con indubbio beneficio addirittura sul profitto dei discenti.
  • Gli Studenti che frequentano a vario titolo i Corsi Diurni, i Corsi pomeridiani o i Corsi Serali presso l’istituto scolastico milanese Accademia Avvenire, sia come anno regolare sia come biennio di recupero, riportano tutti un eguale giudizio molto positivo proprio per l’ambiente attento e incline ad accogliere qualunque persona a prescindere da quella che sia la peculiare “identità” aggiungendo che in alcuna maniera la scuola Avvenire ha fatto sentire loro diversi ed esclusi ma, al contrario, accettati e in nessun modo soggetti a pregiudizio.
  • Gli studenti riportano di venire a scuola molto volentieri, di non avere crisi di ansia o di panico e di non avere bisogno di accampare scuse per non recarsi alle lezioni vivendo la realtà scolastica come un luogo sereno in cui si respira un’atmosfera al passo con i tempi e che permette loro di esprimere liberamente la propria natura e persona.

Quindi, da quanto è emerso appare alquanto evidente che la Scuola, proprio come conferma l’esperienza vissuta in Accademia Avvenire, non può non essere la principale protagonista di questa grande sfida di civiltà e c’è da scommettere che sarà proprio da qui che la società civile dimostrerà come le lungaggini della politica sono quasi sempre superate dalla realtà, spesso in anticipo sulle decisioni e indecisioni delle classi dirigenti come la Storia insegna.