Sì Vax, no Vax, forse Vax. Storia triste di un dibattito fra sordi

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Da molti mesi assistiamo impotenti ad uno scontro fra coloro che sostengono la necessarietà di vaccinarsi e coloro che, al contrario, rivendicano il loro diritto a rifiutare tale misura scegliendo, sostanzialmente, di sollevarsi da ogni eventuale ripercussione tale opzione possa comportare nei confronti del paese e della società civile. Indubbiamente, un piano vaccinale organizzato in piena pandemia che, peraltro, non sembra accennare a scemare, può avere sollevato non poche perplessità anche perché, una procedura simile non si era mai prima verificata. Se, perciò, è certamente legittimo avanzare qualche perplessità, è ancorché palese che molti di coloro che si professano No Vax propongono, a giustificazione di tale presa di posizione, delle motivazioni a dir poco bizzarre se non discutibili. Si è data, infatti, spesso eccessiva visibilità a pareri privi di qualsiasi fondamento scientifico, lasciando però che in questo modo certe curiose e stupefacenti insinuazioni potessero trovare, attraverso i mezzi di informazione e non solo, una formidabile cassa di risonanza che non fa bene a nessuno, né a coloro che sono stufi di dovere ascoltare rocambolesche spiegazioni contro i vaccino sia a coloro che avrebbero invece delle valutazioni serie, statistiche e scientifiche, per sostenere e manifestare qualche riserva sull’obbligo, o quasi, vaccinale creando in ognuno stanchezza e confusione. C’è chi, poi, imputa una certa astuzia del governo, e non solo di quello nostrano, nell’ introdurre via via delle restrizioni maggiori che, a bene leggersi, rappresentano una maniera criptica per, de facto, obbligare la popolazione a vaccinarsi dal momento che, privi del cosiddetto green pass, risulta pressoché impossibile svolgere qualsiasi mansione, sia lavorativa quanto ricreativa.

  • Presumendo che ciascuno possa essere libero di dissociarsi e contestare provvedimenti che consideri iniqui, è importante chiedersi se tale libertà possa essere comunque concessa quando in ballo ci sono i rischi relativi alla salute della popolazione, al rischio che la sanità, nel contrastare la pandemia, sia costretti a rimandare le cure di pazienti con malattie pregresse che, purtroppo, stanno pagando il prezzo più odioso di questa già di per sé pessima situazione.
  • Non solo, la crescita dei contagi e la sua possibile ricaduta sulle misure di contenimento da adottarsi rischiano di gettare nuovamente nello sconforto anche la nostra licenza di liberamente vivere i nostri momenti ricreativi e, non ultimo, di arrecare un nuovo drammatico e forse irreversibile danno alla ripresa economica che, diffusamente e a vario titolo, ci riguarda tutti, nessuno escluso.
  • Ma, il punto davvero cruciale di questo sterile dibattito non può che essere la scuola e, perciò, il presente dei nostri figli e il loro futuro, che è poi anche il nostro e dell’intero paese. Insomma, possiamo permetterci di sacrificare altri anni di scuola con delle più o meno comprensibili e inevitabili promozioni o, ancora peggio, di riprecipitare nella DAD con tutte le sue più infide implicazioni di livello psicologico quanto educativo?
  • Siamo assolutamente convinti che la scuola, il suo ruolo e la sua indispensabilità, debbano tornare ad essere centrali e nevralgici; nessun paese può permettersi il lusso di consentire un ritardo formativo di massa solamente perché qualcuno, con delle scelte discutibili, mette a repentaglio la sicurezza dell’intero paese. Se troppe persone ancora non si sono decise per questa scelta di civiltà significa che qualcosa è mancato nella comunicazione e spiegazione di ciò che comporta la volontà di vaccinarsi e, non c’è dubbio, di questo colpa qualcuno dovrà farsi carico.
  • Una realtà come Accademia Avvenire di Milano, Scuola privata specializzata nei bienni di recupero scolastico, fin da subito ha cercato di introdurre strumenti, parole e modi per convincere anche i più scettici di quanto sia importante la nostra responsabilità civile e il rispetto per gli altri. Distanziamento, igienizzazione delle mani, dei banchi e di quanto possibile viene insegnato con insistenza quotidiana tanto che ormai, a circa quattro mesi dalla ripresa della didattica, sono gli stessi studenti che in autonomia si impegnano a mettere in atto queste procedure.
  • Si scopre anche che moltissimi studenti hanno deciso consapevolmente di vaccinarsi trascinando, in questa scelta, anche compagni che non avevano, fino a quel momento, preso in considerazione questa eventualità.
  • Gli Studenti rivelano i timori di tornare al recente passato, alla Didattica a Distanza che, se pure si è mostrata una insperata misura di contrasto a una totale assenza di didattica e di relazione scolastica, non può certo essere percepita come consuetudine per il lungo termine.

In un quadro emergenziale a cui il Covid -19 con le sue numerose varianti ci ha abituati, favorire una comunicazione non banalizzata o fuorviante è quello di cui tutti abbiamo necessità. Per questo si crede che, in assenza di certezze, non si possa essere né si vaxno vax in senso assoluto e che il forse si riveli, in questa delicata questione, la posizione più prudente e responsabile.