È indubbio che da un grande potere derivino spesso grandi responsabilità. Come si può facilmente dedurre abbiamo a che fare con il più classico dei dilemmi, o per dirla mitologicamente, con una vera e propria spada di Damocle. L’insegnamento è certamente un mestiere pieno di insidie ma fondamentale e imprescindibile. È infatti esercitando quotidianamente il proprio compito che ogni insegnante ha la sensazione di oscillare in cerca di un difficile equilibrio tra potere e responsabilità. In una scuola di recupero scolastico, come Accademia Avvenire, questa responsabilità è avvertita ancora più intensamente. Qui entra in gioco la consapevolezza che in un contesto così delicato educare comporti sempre essere anche pronti a confrontarsi con ragazzi spesso privi di entusiasmo o convinti di valere poco, avendo già da un pezzo perso fiducia nelle proprie capacità.
Presso Accademia Avvenire fare recuperare gli anni persi insegnando avvalendosi di un metodo nuovo diviene a maggior ragione un imperativo categorico tra i più nobili. Gli insegnanti incaricati sanno da principio che il loro potere educativo dovrà andare a pari passo con un atteggiamento giudizioso e attento nei confronti di studenti che avevano solamente bisogno di incontrare sul loro cammino qualcuno pronto a comprenderli. In tal modo, studenti apparentemente demotivati si scoprono presto essere solamente un po’ in ritardo sulla “normale” tabella di marcia, ma pronti a sbocciare al primo entusiasmo. E a chi, se non al docente, spetterà questo delicato meraviglioso potere?
Un esempio di scuola responsabile
Fin dalla sua fondazione, la selezione del personale ha rappresentato non a caso una delle priorità che ha contribuito a rendere vincente il progetto educativo del prestigioso istituto privato milanese. Dal valore e dalla statura della figura incaricata discenderà, infatti, buona parte delle capacità con le quali le generazioni che da qui sono passate sapranno in futuro farsi carico delle sfide e dei rapidi cambiamenti già ampiamente in atto. La guida preziosa di un insegnante, dunque, come la chiave per trasformare la mia vita in qualcosa di migliore, e perché no, addirittura di grande.
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