Scuola recupero anni: Multiculturalismo o interculturalismo?

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In che maniera gestire la cultura di chi si affida a noi

La scuola vive ormai da decenni una fase transitoria in cui una serie di sfide si accavallano e rincorrono evidenziando come molte questioni non possono essere ulteriormente eluse o rimandate.  Uno dei temi emersi in questi anni è che la scuola rappresenta il principale crocevia e incontro di culture molto lontane e spesso profondamente differenti tra loro. La gestione della multiculturalità e le conseguenti soluzioni che verranno intraprese sul piano metodologico educativo da parte delle istituzioni scolastiche contribuiranno a creare il volto più autentico della società di domani. Partendo da questa consapevolezza, coloro che ricoprono un ruolo di primo piano nelle vicende scolastiche sanno di essere chiamati a dare le giuste risposte per essere i veri protagonisti di questa fondamentale scommessa che è la costruzione della migliore possibile società futura. E’ quindi di vitale importanza predisporsi nell’ottica di chi guarda alla realtà presente come a qualcosa di destinato a subire nuove imprevedibili mutazioni che dovremo sapere intercettare, anticipare e quindi incanalare nella corretta direzione. Così, se è sicuramente intuibile che le decisioni di oggi avranno una ricaduta sul futuro che vorremo consegnare ai nostri figli, allora è altrettanto vero che questa scommessa non possiamo permetterci di perderla perché in palio c’è il futuro di noi tutti. Insomma, l’avvenire passa tassativamente dalla scuola.

Ma siamo davvero capaci di gestire e amalgamare storie, culture e tradizioni differenti in un percorso formativo coerente? E soprattutto, la direzione da intraprendersi deve favorire l’interculturalismo oppure il multiculturalismo? Certamente rispondere a questa domanda non è semplice perché entrambi gli approcci presentano aspetti positivi e limiti. Accademia Avvenire, scuola recupero anni di Milano, proprio in virtù di quella che è la sua specifica offerta formativa, ovvero aiutare studenti in difficoltà a recuperare gli anni di studio perduti quanto creare l’ambiente migliore per favorire un sereno percorso di crescita e apprendimento, si è da sempre interfacciata con situazioni individuali molto complesse. Fra gli studenti iscritti non sono mancati e non mancano quelli con storie famigliari molto drammatiche, di chi ha dovuto abbandonare il paese di origine imparando, non sempre con facilità, a fare proprio un quadro ambientale totalmente differente dove l’ostacolo principale è rappresentato in primis dalla scarsa dimestichezza con la lingua italiana. Da quanto si è potuto apprendere è piuttosto significativo notare come, a seconda dei luoghi di provenienza, i comportamenti delle persone sono state divergenti mostrando risposte comportamentali non uniformi o omologabili. Nello specifico si può osservare come:

  1. Gli studenti di origine sudamericana tendono ad avere una maggiore predisposizione per lo studio tecnico e non sembrano mostrare alcuna timidezza o paura nel relazionarsi agli altri qualunque sia la loro origine.
  2. Gli studenti che appartengono alla comunità cinese evidenziano un comportamento estremamente rigoroso, educato e corretto e tendono ad avere nei riguardi del docente un atteggiamento di rispetto mentre appaiono un po’ poco inclini a legarsi al resto del gruppo. Affrontano ogni materia con lo stesso impegno anche se è proprio nelle materie umanistiche che manifestano maggiori difficoltà. Palesano, in generale, una certa difficoltà nell’abbandonare la loro lingua madre mostrando non pochi ostacoli con la padronanza della lingua italiana.
  3. Gli studenti di origine nordafricana sono quelli che riportano comportamenti più variabili; alcuni evidenziano un alto grado di adattamento e inserimento nella nuova realtà, altri al contrario stentano ad aprirsi al cambiamento forse anche per le resistenze che incontrano in famiglia dove la conservazione delle tradizioni viene imposta e preservata.
  4. Una classe composta e concepita sin dall’inizio con un sapiente mix di studenti di differente provenienza – il cosiddetto “melting pot” – tende a lavorare sinergicamente e armonicamente e a non percepire come ostacoli le pur presenti eterogeneità culturali: preoccupazioni, speranze e paure quotidianamente condivise fungono da straordinario collante ed elemento di raccordo fra gli studenti con esiti nell’apprendimento, sia a livello individuale quanto come classe, molto interessanti e per lo più positivi.
  5. La contingente multiculturalità, se trasferita in una situazione di gruppo-classe, tramuta progressivamente in interculturalità con conseguente interazione, accrescimento reciproco e perfezionamento etico per ciascuno dei presenti favorendo fra i giovani uno spirito maggiormente solidale ed empatico nella percezione dell’altro.

La sintesi illustrata non può certo esaurire un tema tanto complesso e articolato. Indubbiamente, la scelta di essere una scuola concretamente inclusiva e disposta all’interculturalismo  ha contribuito nel costruire, attraverso il paziente lavoro di anni, la fama e il successo di una struttura scolastica per il recupero anni come Accademia Avvenire la quale ha sperimentato con l’esperienza sul campo come non sia sufficiente limitarsi alla multiculturalità per dare vita ad un progetto di crescita, integrazione e arricchimento; occorre infatti che chi ha il compito di condurre la dimensione scolastica lo faccia nel rispetto delle diversità culturali di ciascuno e con la ferma certezza che sia importante camminare rispettosamente assieme verso un domani da cui nessuno possa o debba sentirsi estraneo in quanto frutto della  ricchezza che ciascuno porta con sé, con la propria storia e le proprie tradizioni le quali, se bene interconnesse, possono dare vita a dimensioni sociali sorprendentemente nuove e stimolanti. E allora non dimentichiamoci che la Scuola è adesso.