La Sfida più grande. Resilienza e rinascita per una società post pandemica

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È del tutto inutile negare la ormai più che evidente situazione che ci sta portando verso il secondo Natale all’insegna del Covid. La nostra capacità di sopportare il contesto, oltremodo stressante e non meno preoccupante, dal momento che, in tutta Europa, e non solo qui, il numero dei contagi e la conta dei morti quotidiani non esita a scendere, sta lentamente venendo meno, impedendoci, quantomeno, di potere approfittare di una sorta di tregua da quella che è ormai la nostra discutibile normalità. Nessuno, e perciò neppure i maggiori esperti virologi, i cui volti e nomi sono diventati improvvisamente familiari, scatenando, tra l’altro, sentimenti contrastanti, possono affermare con certezza quando questa pandemia possa finire, tanto che, in assenza di sicurezze, è più facile che ci si decida per derubricarla a condizione endemica che, però, non ne leverebbe l’intrinseca insidiosità e la contagiosità dello stesso virus, con conseguente grave carico per il sistema sanitario e per le ripercussioni sulle nostre vite, condannate ad una costante lotteria in cui la vittoria consiste nell’essere riusciti a scamparla o, almeno, a non avere avuto perdite importanti tra i nostri cari. La scommessa, perciò, appare più che mai giocarsi fra due possibili atteggiamenti che non potrebbero che essere di resilienza e di volontà di rinascita.  La parola resilienza è diventata di uso comune mentre un tempo veniva utilizzata solamente nell’ambito delle discipline scientifiche, dalla fisica alla psicologia. Ma in tutto questo, quale ruolo possiamo assegnare alle istituzioni scolastiche e a qualunque centro si occupi di formazione e cultura?

  • Indubbiamente, il ruolo della scuola non può che essere di primissimo piano perché, è proprio qui che gli studenti apprendono quali siano le responsabilità civili e civiche del cittadino, specialmente in un quadro emergenziale. Ed è sempre sui banchi di scuola che gli studenti, partendo dallo studio della Storia, possono cogliere come in nessuna epoca passata siano mancati momenti di drammaticità, con conseguente perdita di speranza.
  • L’umanità ha attraversato le tragedie più gravi e inimmaginabili ma, ciò che le ha sempre permesso di non estinguersi è stata, appunto, quella stoica capacità di proporre una strenua resistenza anche al più infido dei nemici, e il Covid, senza dubbio, si sta rivelando tale.
  • Oltre a ciò, lo scatto successivo non può che essere incarnato da una irrefrenabile voglia di ripartire e di rinascere, magari all’insegna di idee nuove che possano traghettarci verso un futuro, certamente incerto, ma altrettanto colmo di nuove sfide.
  • Accademia Avvenire di Milano, una Scuola privata specializzata nei bienni di recupero scolastico, ci racconta di come questi due ultimi anni siano stati davvero complessi, pieni di incognite e anche del bisogno di mostrarsi resilienti di fronte ad una realtà non prevedibile e, pertanto, non programmabile. Malgrado ciò, ha creduto fortemente, e continua a credere, di quanto la scuola sia importante e di come offrire un servizio, come il recupero scolastico, sia assolutamente doveroso, specialmente in un momento in cui, purtroppo, le statistiche riportano dei dati desolanti circa l’abbandono scolastico causa Covid.
  • Dedicarsi a coloro che apparentemente appaiono privi di stimoli e per lo più rassegnati a non avere un futuro, formandoli, guidandoli, e rassicurandoli, si è dimostrata la vera missione di un istituto come Accademia Avvenire che, non a caso, ha saputo intercettare questa stanchezza e disillusione, offrendo dei corsi e dei percorsi di studio che, non solo possono portarci a raggiungere il desiderato Diploma ma, specialmente, quella consapevolezza e coscienza che può tramutare la nostra esclusiva capacità resiliente in forza ed energia nuova a favore di una vera e insperata rinascita, personale e collettiva.

L’esempio di Accademia Avvenire è decisamente positivo e propositivo. Ciò che una scuola di recupero scolastico può svolgere, come servizio al pubblico, è spesso sottovalutato o mal compreso. In un momento in cui ciascuno di noi si sente in ritardo, o di avere perso qualche cosa in virtù della pandemia, comportando, di riflesso, un certo egoistico modo di guardare agli accadimenti che ci sovrastano, puntare sulla scuola, qualunque sia la mia età, dal momento che, per imparare, non è mai davvero troppo tardi, siamo convinti sia l’autentica sfida da cui ripartire. Perciò, se essere resilienti è inevitabile, la rinascita deve essere la nostra vera destinazione. Come sosteneva, infatti, il grande filosofo e scrittore Albert Camus “Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”. Convinciamoci, perciò, con fiducia, che anche per noi l’estate non tarderà ad arrivare per quello che potrebbe inaspettatamente rivelarsi un inimmaginabile rinascimento dell’umanità.