Diploma di Scuola Secondaria Superiore: La lezione di Don Milani

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Come ripartire dalla lingua per formare adulti funzionali.

Fra le straordinarie parole che Don Milani, indimenticato pedagogista, ci ha lasciato in eredità ce ne sono alcune che ancora oggi si rivelano di straordinario impatto: “solo la lingua rende uguali, ogni parola non imparata oggi è un calcio che riceverò domani”.

Come si può immediatamente notare, questo grande educatore che ha impegnato la sua vita ad aiutare gli ultimi, scomparso, ricordiamolo, nel 1967, non esitava ad utilizzare espressioni forti allo scopo di arrivare, senza girarci troppo attorno, al punto della questione; chi non conosce e, peggio ancora, chi non comprende le parole di una lingua è destinato ad essere tagliato fuori, a porsi come individuo   manipolabile e soggetto a opportunistici condizionamenti sia che questi provengano dalla politica sia che invece siano legati a speculazioni economiche. Per queste ragioni, Don Milani insisteva affinché le masse popolari si istruissero, prendessero dimestichezza con il linguaggio, imparassero a leggere e scrivere in modo adeguato perché, in caso contrario, sarebbero state condannate a rimanere ai margini e ad avere una posizione subalterna rispetto a quelle classi che, al contrario, grazie ad una situazione economica di ben altro livello che facilita l’accesso all’istruzione, sempre disporranno della prima forma di potere: la padronanza linguistica.

Osservando il nostro tempo possiamo dire di trovarlo davvero così distante da quello fotografato dal grande educatore? Senza neppure pensarci troppo possiamo affermare che no, non è affatto cambiato salvo la situazione attuale mostrarsi forse ancora più complessa e problematica per la presenza di flussi migratori che hanno mescolato lingue molto distanti tra loro alla nostra, ma anche in virtù di fenomeni sempre più frequenti di abbandono e dispersione scolastica che si verificano fatalmente negli ambienti più umili del paese. Tali diffusi comportamenti rischiano di spingere, chi ne è coinvolto, o ad una passiva e rassegnata accettazione di una condizione di umiliante miseria oppure a tentare di sfuggirne abbracciando la criminalità anziché affidarsi all’arma più potente della scuola. Il fenomeno che però rischia di rivelarsi come non meno preoccupante e dilagante sono i cosiddetti analfabeti funzionali. Si tratta letteralmente di persone che pur avendo avuto una normale istruzione di fatto dimostrano delle inspiegabili carenze nella capacità di comprendere davvero ciò che leggono; insomma, sono sì in grado di leggere ma non di comprendere.

In un contesto così variegato è la scuola a dovere cercare le giuste correzioni, ad apportare un metodo inclusivo e, sopra ogni cosa, arginare tutte queste situazioni avverse.

  • Una realtà educativa come quella rappresentata da Accademia Avvenire di Milano è da sempre un riferimento per coloro che si accingono a ritornare a studiare dopo una serie di scelte scolastiche sbagliate e di insuccessi ma anche di coloro che, appunto, solo a distanza di anni, si sono accorti di avere delle difficoltà sul lavoro dovute non solamente all’assenza di un Diploma di Scuola Secondaria Superiore ma proprio per la riscontrata incapacità a comprendere appropriatamente quanto letto, o ascoltato, occasionalmente o sul posto di lavoro.
  • Molti si rivolgono ad una Scuola di Recupero Anni Scolastici in quanto consapevoli di avere delle gravi lacune formative, di scrivere in modo non corretto e di sentirsi a disagio per questo.
  • Accademia Avvenire lavora affinché nessuno debba vivere con sofferenza questa percezione di sé credendo con coerenza e convinzione, mai venute meno, che il recupero scolastico possa realizzarsi ad ogni età e in ogni momento della vita.
  • Pur essendo un Istituto privato, Accademia Avvenire propone dei costi davvero alla portata di chiunque senza speculare perciò su quella che rappresenta, per chi vi deve ricorrere, un’aspirazione o una necessità. In tal senso è bene sottolineare come in Accademia Avvenire il recupero scolastico rappresenti una vera e propria mission.
  • La percentuale di studenti che non sono di lingua madre italiana occupa una parte interessante fra gli iscritti di questa scuola di recupero e formazione culturale. Questo significa, al tempo stesso, che il metodo qui applicato permette una piena integrazione fra i partecipanti mettendo ciascuno nella condizione di poter trasformare questa esperienza scolastica in qualcosa di veramente formativo. Detto in maniera semplice, essere o meno di lingua madre italiana non rappresenta un motivo di rallentamento o di potenziale ostacolo per nessun membro del gruppo perché l’obiettivo è comune se pure determinato da motivazioni all’origine differenti.
  • Quando si parla di lingua non è possibile non considerare che nel Duemila la conoscenza esclusiva del proprio idioma non basta neppure essendo il mondo ormai ampiamente interconnesso, multiculturale e multilinguistico. Un mondo così globale e globalizzato ci richiede una minima conoscenza anche delle lingue parlate più diffuse a partire dall’Inglese. Questa constatazione è stata messa al primo posto da Accademia Avvenire la quale, con lungimiranza, ha da sempre attribuito alle ore di lezione delle lingue straniere una posizione di straordinaria importanza e preminenza.
  • Un posto di altrettanto valore va attribuito alle comunicazione tecnologica. Le moderne tecnologie si servono a tutti gli effetti di un linguaggio, anche se virtuale, il quale è ormai diffuso e utilizzato in ogni ambito e ad ogni livello di interazione. Senza una minima dimestichezza con questi particolari linguaggi si rischia di precipitare nuovamente in quelle stesse situazioni di svantaggio che la inadeguata comprensione di una lingua implica e, analogamente, ciò rischia di trasformarsi in un nuovo fattore di divisione sociale. Chi non dimostrerà di sapersi muovere con un minimo di agilità fra gli strumenti tecnologici si condanna di fatto ad una forma di analfabetismo. Come viene affrontata la questione da Accademia Avvenire? Predisponendo ore di lezione finalizzate all’insegnamento di quelle competenze basilari di cui chiunque deve potere disporre e, a seconda del corso di studio scelto, la padronanza della materia può spingersi fino ad un grado molto approfondito.

 

Quanto emerso ridona attualità e forza al pensiero e alle parole di Don Milani che spingono a ribadire oggi la potenza di quel messaggio facendo in modo che, a vent’anni dal passaggio al nuovo Millennio, nessun individuo debba potersi sentire inferiore, sfruttato o emarginato per dei limiti legati all’educazione e per una inadeguata padronanza della propria lingua. Nessuna barriera può essere più pericolosa del non capire o, peggio ancora, nel non avere consapevolezza dei nostri limiti perché ciò favorisce già una subalternità di un uomo nel cospetto di un altro.  Un mondo più giusto, è stato tante volte detto, passa dalla conoscenza, la sola davvero capace di dare un calcio, parafrasando Don Milani, a qualsiasi impedimento di carattere sociale si presenti sulla nostra via.