DAD, prendere o lasciare?

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Accademia Avvenire e l’esperimento della Didattica a Distanza

La pandemia ha sconvolto da ormai un anno le vite di tutti. La nostra quotidianità personale e lavorativa ha subito cambiamenti che lasceranno il segno per un tempo imprevedibile ma che certamente non sarà breve. La scuola, come istituzione totale, ha pagato il prezzo più alto vivendo mesi di incertezze, vedendosi venire meno una visione collaudata del piano educativo, di fatto completamente sconvolto, e trovandosi costretta ad un intervento che potesse contenere ripercussioni ancora più serie sullo sviluppo e la crescita degli studenti, senza dimenticare le difficoltà di gestione dei figli per le famiglie, data l’inedita situazione creatasi. Indubbiamente l’introduzione della Didattica a Distanza, la nota DAD, è stata una novità rivoluzionaria che se, da una parte ha svolto un ruolo di salvaguardia e tutela delle imprescindibili necessità educative della società, dall’altra ha favorito e alimentato un dibattito che in parte era in atto già prima del diffondersi del COVID – 19, con il dilagare sempre più ampio ed esteso degli strumenti tecnologici e degli studi sull’intelligenza artificiale. Che il cambiamento fosse già in corso era oscuro solo a coloro che non lo volevano cogliere; quindi, che presto o tardi il mondo dell’istruzione dovesse farci i conti era solamente una questione di tempo resa non più rimandabile dal dilagare della pandemia. Anche una Scuola come Accademia Avvenire, pensata principalmente per il recupero scolastico, ha prontamente predisposto un orario di lezioni in DAD e i risultati sono stati sorprendenti sotto non pochi punti di vista.

Ciò detto, data l’espansione della DAD è lecito chiedersi se questa sia destinata ad essere archiviata una volta passata la tempesta o, invece, possa essere un punto di partenza o ripartenza con cui rilanciare il progetto di istruzione del nostro e di tutti i paesi.

Prendendo l’esperienza raccolta dal personale di Accademia Avvenire, Scuola specializzata in Corsi regolari Diurni e Serali e nei Bienni di recupero, e facendo alcune analisi, è emerso quanto segue:

  • Alcuni studenti hanno trovato difficile adattarsi a questa metodologia e talvolta si sono sentiti persi; nella maggior parte dei casi ciò si è manifestato nella fascia di età più giovane dove minore è l’autonomia dello studente e, di conseguenza, più importante ed indispensabile si rivela la presenza in classe e il contatto con il docente;
  • Nelle classi di età più alta, e specificamente a livello di ultimo anno, gli studenti si sono mostrati più aperti ed elastici nei confronti della novità in virtù di un atteggiamento maggiormente responsabile e consapevole e anche al bisogno di seguire le lezioni con il doveroso impegno in vista dell’esame finale;
  • Nei corsi Serali si è constata una richiesta sempre maggiore di lezioni in modalità Dad per poter meglio coniugare le differenti e spesso complesse esigenze di far coincidere orari di lavoro, spostamenti lavoro – scuola e scuola – casa con un progressivo accumulo di stanchezza che la Didattica a Distanza ha, per questa tipologia di Studente, significativamente contenuto;
  • Studenti che in classe mostravano chiusura e timidezza, forse perché caratterialmente introversi o con disturbi d’ansia, DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) o BES (bisogni educativi speciali), hanno mostrato giovamento e un riscontro pertanto positivo anche in merito al profitto e ai risultati raggiunti in generale;
  • Gli studenti si sono rivelati piuttosto a loro agio con questi mezzi essendo sostanzialmente una generazione nata e cresciuta con simili strumenti e modalità interattive mentre i Docenti, indiscutibilmente meno pratici, hanno avuto l’opportunità di migliorare la propria dimestichezza con il mezzo tecnologico che, senza la necessità indotta dall’ emergenza Covid, magari non avrebbe sentito il bisogno di potenziare favorendo l’emergere di una distanza ancora più vasta fra vecchie e nuove generazioni.

Quindi, secondo l’indagine interna riportata da Accademia Avvenire, la Dad non va completamente demonizzata né archiviata ma probabilmente ripensata e adattata a quelle che sono le situazioni specifiche che si presentano in una realtà complessa quale è il mondo della Scuola. La Didattica in Presenza rimane il faro, l’orizzonte entro cui va costruita questa grande avventura che è la formazione con tutti i suoi protagonisti, figuranti e spettatori. Forse la Scuole è da tempo, parafrasando Pirandello, “in cerca di autore” e la DAD potrebbe essere certamente uno strumento che, se ben utilizzato, può fungere da elemento di rinnovamento grazie a strumenti tecnologici che promettono di stupirci sempre di più. Insomma, di DAD sentiremo ancora parlare siamone certi, auspicando il motivo non sia ancora legato a situazioni spiacevoli quale l’emergenza sanitaria!